>MASSIMO GIANNINI | Il dovere della speranza, Rizzoli

MASSIMO GIANNINI | Il dovere della speranza, Rizzoli

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Piazza San Giovanni - Ragusa Superiore

Venerdì 13 giugno 2025

21:45

Il dovere della speranza. Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell’Europa e i dilemmi dell’Italia

conduce Bruno Giordano

in collaborazione con Scuola dei Beni Comuni Ragusa

Romano Prodi ne ha incontrati tanti di lupi, ma ha sempre saputo che è necessario parlare anche con i dittatori, tenendo ferme le proprie ragioni. La vera questione è la nostra perdita di orizzonti sui grandi problemi che affliggono le democrazie. Custodire e promuovere “il dovere della speranza” vuol dire non arrendersi alla progressiva evanescenza europea. Vuol dire continuare a credere in una politica internazionale che non sia solo uno strumento dottrinario di rese dei conti. Perché il rischio di perdere tutto è incredibilmente concreto. “Nessuno si ingegna per provare a salvare le conquiste che hanno reso l’Europa la terra dei diritti e delle libertà solidali” afferma Prodi. “Nessuno pensa a preservare e rilanciare l’eredità buona del XX secolo, che ci ha lasciato le due più immani sciagure di sempre, cioè le due guerre mondiali, ma ci ha anche donato la più grande invenzione delle democrazie moderne, cioè il Welfare State.” E in questa lunga conversazione con Massimo Giannini sulla posta in gioco del mondo che verrà, emergono tutti i principali nodi conflittuali di oggi: autocrazie contro democrazie, civiltà contro barbarie, la dea incompiuta e irrisolta dell’Europa fino a toccare i nervi scoperti dei problemi interni al nostro Paese. Il risultato è un confronto serrato su tutti i grandi mali che rischiano di polverizzare il lungo lavoro di costruzione politica della pace. Con una certezza: abbiamo ancora “il dovere di sperare”, soprattutto per i giovani, perché questa è la vera sfida per il futuro.”

Massimo Giannini

Giornalista e scrittore italiano, dopo la laurea in Giurisprudenza ha cominciato la sua carriera collaborando con il quotidiano Il Sole 24 ore per poi passare a lavorare per La Stampa e La Repubblica, di cui, dopo essere stato editorialista e poi redattore capo della sezione politica, è stato vicedirettore e direttore del supplemento Affari e Finanza. Si occupa principalmente di economia e politica e collabora con Radio3. Tra le opere pubblicate: Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale (2006), Lo Statista. Il ventennio berlusconiano tra fascismo e populismo (2008), L'anno zero del capitalismo italiano (2014) e Il dovere della speranza. Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell'Europa e i dilemmi dell'Italia (con R. Prodi, 2024). Dal 2014 al 2016 ha condotto il programma televisivo Ballarò, dopo questa esperienza è tornato a scrivere per il quotidiano La Repubblica. Conduttore dal 2017 al 2020 di Punto Massimo e Circo Massimo su Radio Capital, emittente che ha diretto dal 2018 al 2020, dal 2020 al 2023 è stato direttore del quotidiano La Stampa e dallo stesso anno è editorialista de La Repubblica. Giornalista e scrittore italiano, dopo la laurea in Giurisprudenza ha cominciato la sua carriera collaborando con il quotidiano Il Sole 24 ore per poi passare a lavorare per La Stampa e La Repubblica, di cui, dopo essere stato editorialista e poi redattore capo della sezione politica, è stato vicedirettore e direttore del supplemento Affari e Finanza. Si occupa principalmente di economia e politica e collabora con Radio3. Tra le opere pubblicate: Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale (2006), Lo Statista. Il ventennio berlusconiano tra fascismo e populismo (2008), L'anno zero del capitalismo italiano (2014) e Il dovere della speranza. Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell'Europa e i dilemmi dell'Italia (con R. Prodi, 2024). Dal 2014 al 2016 ha condotto il programma televisivo Ballarò, dopo questa esperienza è tornato a scrivere per il quotidiano La Repubblica. Conduttore dal 2017 al 2020 di Punto Massimo e Circo Massimo su Radio Capital, emittente che ha diretto dal 2018 al 2020, dal 2020 al 2023 è stato direttore del quotidiano La Stampa e dallo stesso anno è editorialista de La Repubblica.

Romano Prodi

Politico, economista e dirigente d’azienda italiano, si è laureato in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano nel 1961 e ha intrapreso una carriera accademica come professore di Economia e Politica Industriale all’Università di Bologna dal 1971 al 1995, oltre a ricoprire incarichi come Visiting Professor presso università prestigiose come Harvard. Nel 1978, Prodi è stato nominato Ministro dell’Industria nel governo Andreotti IV. Ha ricoperto il ruolo di Presidente dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) dal 1982 al 1989 e poi nuovamente dal 1993 al 1994. Durante questo periodo, ha promosso importanti riforme economiche e ha guidato la privatizzazione di diverse aziende pubbliche. Nel 1995 ha fondato la coalizione “L’Ulivo”, un’alleanza di centrosinistra che ha vinto le elezioni politiche del maggio 1996. È diventato così Presidente del Consiglio dei Ministri, carica che ha ricoperto fino all’ottobre 1998. Dopo il suo primo mandato da Premier, nel marzo 1999 Prodi è stato eletto Presidente della Commissione Europea, posizione che ha mantenuto fino al novembre 2004. La sua presidenza è stata caratterizzata da importanti decisioni storiche per l’Unione Europea, inclusa l’introduzione dell’euro e l’allargamento dell’Unione a nuovi stati membri. Ritornato in Italia, Prodi è stato nuovamente eletto Presidente del Consiglio nel maggio 2006, carica mantenuta fino al 2008. Dopo la sua carriera politica in Italia, Prodi ha continuato a essere attivo a livello internazionale. Dal 2008 presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di pace in Africa e dal febbraio 2009 è Professor at-large alla Brown University negli Stati Uniti.