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il mondo sospeso di Giuseppe sarcina - Solferino

Piazza Poste - Ragusa

Sabato 17 giugno 2023

20:30

modera Prospero Dente

intervengono

Giovanna Pancheri autrice de L’impero americano – Solferino

Gli Stati Uniti sono (ancora) un impero? Il termine giusto per comprendere la loro politica estera è forse un altro: «eccezionalismo». Esiste infatti una tradizione storica, politica e culturale che considera l’America il faro del mondo occidentale, quasi intitolata per natura a giocare un ruolo di guida e di primo piano rispetto al resto del mondo. È un’idea che prende forma già ne La democrazia in America di Alexis de Tocqueville a metà Ottocento e che evolve in modo alterno fino ad oggi. È una sorta di sentimento di superiorità morale e culturale, una giustificazione per continuare ad allargare la propria sfera d’influenza e a proteggere gli altri Paesi quasi fosse un dovere. Ed è lo spirito che ha guidato le varie amministrazioni da George Washington a Joe Biden nelle loro azioni al di fuori dei confini nazionali, dall’affaire di Panama fino alla guerra in Ucraina (passando per due guerre mondiali). Uno spirito da indagare se si vuole capire fino in fondo perché, ancora oggi, in molte parti del mondo la parola America rappresenti, più che una Nazione, un’idea.

Giuseppe Sarcina autore de Il mondo sospeso – Solferino

L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato gli equilibri nel mondo, ora pericolosamente in bilico tra un conflitto di lunga durata e una pace difficile. Prima del conflitto, gli Stati Uniti stavano pianificando un graduale sganciamento dall’Europa, in modo da concentrarsi sulla «sfida del secolo» con la Cina. Ma la minaccia putiniana ha spinto Joe Biden a ritornare in modo massiccio nel Vecchio Continente, riprendendo il pieno controllo della Nato, inviando migliaia di soldati e costituendo basi permanenti nell’Est Europa. Subito dopo l’attacco a Kiev, in diverse capitali europee, molti avevano pensato che fosse arrivato il momento di rilanciare i piani per la difesa comune. Ma è uno scenario credibile? Oppure stiamo entrando nell’era di una nuova egemonia americana? Giuseppe Sarcina racconta la crisi ucraina vista dallo Studio Ovale, anche attingendo dal suo lavoro da inviato a Kiev e nel Donbass tra il 2013 e il 2014: le radici dell’odio russo; l’evoluzione della posizione di Biden, «il temporeggiatore», nella sfida con Putin (tra proclami e gaffe); la distinzione, inventata dal Pentagono, tra «armi difensive» e «offensive»; la pressione del Congresso. E poi il rapporto, spesso complicato, con Zelensky e con quegli Stati dell’Unione Europea che ormai si fidano solo degli Usa: dalla Polonia alla Grecia; dai Baltici a Svezia e Finlandia. Infine, i timori e le contraddizioni tedesche; le ambizioni di Macron; e naturalmente il ruolo italiano con il nuovo governo Meloni. Chi avrà la meglio in questa nuova contesa mondiale e come ne uscirà l’Europa?

in collaborazione con 

ghibli

Giovanna Pancheri

Giovanna Pancheri è nata a Roma nel 1980. Giornalista e inviata di Sky TG24 dal 2005, è stata Corrispondente dal 2009 al 2016 per l'Europa per la stessa testata con base a Bruxelles. In questi anni, oltre a seguire la crisi economica e dei migranti dal cuore delle istituzioni, e come inviata nei principali paesi in difficoltà, ha coperto anche i più importanti fatti politici e di cronaca, dalla Brexit alle elezioni in Francia, in Germania e nel Regno Unito, passando per la gestione diplomatica delle crisi in Georgia, in Libia e in Ucraina fino alla copertura degli attacchi terroristici in Francia e in Belgio, che le è valsa premi e riconoscimenti della critica. Prima di Sky, ha lavorato in Rai e nei settori stampa e comunicazione della World Trade Center Association a New York, del World Heritage Center dell'Unesco a Parigi e come Policy Officer all'European Youth Forum a Bruxelles. Dal settembre 2016 è corrispondente per il Nord America. Vive a New York.

Giuseppe Sarcina

Nato a Milano il 7 febbraio 1962, ha iniziato la carriera giornalistica al settimanale «Il Mondo». È al «Corriere della Sera» dal 1995. Ha lavorato nelle redazioni di Milano e di Roma. Corrispondente da Bruxelles dal 2003 al 2007; responsabile «Corriere Economia» dal 2007 al 2009; inviato speciale dal 2009 al 2015. Ha seguito, tra l’altro, le Primavere arabe e la prima guerra in Ucraina (2014). Corrispondente dagli Stati Uniti (prima New York, poi Washington) dal 2015 al 2022. Ha vinto il Premio Cutuli nel 2011 e il Premiolino nel 2012.